rassegna stampa

 

IN COSTRUZIONE

SERVIZI TV MOSTRA “L’IMPREVEDIBILE ISTANTE. GIOVANI PER LA CRESCITA”


http://www.smtvsanmarino.sm/video/cultura/imprevedibili-istanti-mostra-meeting-dedicata-ai-giovani-alla-crisi-21-08-2012


http://www.meetingrimini.org/default.asp?id=991&tipo=20&idm=495


http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2012/8/23/MEETING-2012-L-imprevedibile-istante-una-mostra-che-indica-come-guardare-la-realta/313830/






31/5/2001 - Avvenire - Chiara Sirk


Giovedì alle 21 nella Cattedrale di San Pietro avrà luogo la serata «Magnificat. Musica, parole e luce in omaggio alla discesa in città della Madonna di San Luca». I solisti Yolanda Auyanet, Ornella Vecchiarelli, Antonia Marolda, Gianluca Ferrarini e Alfredo Grandini, i cori «Ars Cantica» di Milano, diretto da Marco Berrini, e «I Musici Cantori di Trento», diretti da Sandro Filippi, l'orchestra de I Virtuosi Italiani, diretta Carlo Tenan, eseguono di Antonio Vivaldi il «Magnificat in sol minore» R.611 e di Johann Sebastian Bach il «Magnificat in re maggiore» BWV 243.



Carlo Tenan è un giovane musicista di lunga esperienza: da undici anni è primo oboe dell'Orchestra del Teatro Comunale, ha un'importante esperienza nel campo della musica cameristica e da tempo si dedica anche alla direzione. Gli chiediamo un'impressione su questo programma. «Dal punto di vista musicale - dice - è interessante abbinare i due Magnificat. Vivaldi ne ha fatte tre versioni: quella che eseguiamo è la più lunga e completa, del 1611. Del Magnificat di Bach va guardata la partitura, per capire come realizza musicalmente il testo. Penso al "Deposuit", cantato dal tenore, dove c'è un motivo tutto su scala discendente, così che visivamente si associano la parola e la musica. Penso a "dispersit superbos", con un contrappunto molto stretto: dopo "superbos" c'è una lunga pausa, quasi per sottolineare che Dio "ha disperso i superbi nei pensieri dei loro cuori". Un'altra bella soluzione è nel "come aveva promesso ai nostri padri": la musica è rigorosa, perché la promessa è una, certa; essa viene poi ribadita da tutti in un fugato. Alla fine esplode il "Gloria", prima all'unisono con l'orchestra senza trombe, poi dal basso, dalle voci più profonde, s'irradia verso il resto del coro. Si riprende il tema dell'inizio e la chiusura coincide con l'inizio».

Che rapporto c'è, a suo parere, tra musica e sacro?
Una delle cose che mi piace di più è come la musica avvicina al sacro. Specialmente nella musica di Bach c'è la capacità di avvicinare al sublime; e poi suonare in una chiesa significa trovare un apparato visivo, di sensazioni che amplifica tutto.

Al soprano Yolanda Auyanet chiediamo se aveva già eseguito questa musica. «Il Magnificat di Bach l'avevo già fatto alcuni anni fa - risponde - quello di Vivaldi mai. È una musica che mi piace molto, solo non ho spesso l'opportunità di interpretarla perché mi dedico più all'opera.

Come riesce a far convivere i repertori barocco e lirico?
Studiando tanto, bisogna stare attenti stilisticamente a non mescolare le cose.

Nel corso della serata la voce recitante di Gabriele Bonazzi legge testi di C. Péguy e G. Testori, la regia è di Roberto Ravaioli. Ingresso libero.


Il regista: «Un grande evento d'arte per entrare in contatto col Mistero»

A Roberto Ravaioli, che cura la regia della serata «Magnificat. Musica, parole e luce in omaggio alla discesa in città della Madonna di San Luca», chiediamo com'è nato il progetto di quest'evento: «L'occasione della discesa in città della Madonna di San Luca - spiega - ha per Bologna un significato carico di fede, tradizione, storia. È un momento dell'identità della città al quale, di là dalle proprie convinzioni religiose, i bolognesi si sentono emotivamente legati come ad un pezzo delle proprie radici. È una discesa "fisica", non soltanto simbolica, una presenza materiale carica di spiritualità che viene accolta, prima di compiere il suo giro fra le case ed i borghi, nella "casa" di tutti, la Cattedrale».

Perché puntare sulla musica, sull'arte per celebrare questo momento?
La venerata Immagine della Madonna di San Luca è un'immagine d'arte, arte intesa come il dono che più avvicina l'uomo a Dio, un gesto creativo antico fatto per aiutare l'immedesimazione di tutti nel Mistero, quando le immagini erano più universali delle parole. La cattedrale di San Pietro la accoglierà come in uno scrigno prezioso, esso stesso opera d'arte nei volumi, nelle prospettive e nei dipinti. E, come la luce può accendere la materia, far parlare le forme ed i colori, allo stesso modo la musica può riempire lo spazio fisico e legarlo allo spazio dell'anima, dipingendo in attimi preziosi, eterni e istantanei, gli anèliti più profondi del cuore, il dolore, la speranza, la domanda. Il quadro è completo. Sarà possibile riunirsi in molti, per rivivere e, cosa essenziale, condividere, attraverso la grande musica dell'anima, i tratti più umani, e per questo, più spirituali, della figura di Maria.

Oltre alla musica questa serata userà vari mezzi espressivi...
Sì, brevi parole poetiche introdurranno i «Magnificat» di Vivaldi e Bach la cui suggestione sarà sottolineata da un dialogo di luce con le architetture e i dipinti della Cattedrale. Per i credenti sarà, nell'attesa della Madonna di San Luca, una lieta occasione di memoria. Per tutti un'opportunità di partecipare del mistero che la bellezza della grande arte reca con sé.